Ci sono storie che illuminano ogni cosa. Nei suoi dieci anni di vita “Bestiario Immaginato” ha incontrato oltre diecimila persone, Piccole e Grandi, grazie a spettacoli dal vivo, laboratori creativi e incontri tra professionisti dell’arte e della pedagogia.
Uno stimolante percorso di crescita culturale che riporta al centro l’infanzia attraversando la “cultura bambina”, si pone domande sul processo creativo attivato nelle fasce d’età più piccole e ripensa inoltre la partecipazione culturale delle fasce d’età più adulte legate ai nuclei di appartenenza dei piccoli protagonisti. In dieci anni abbiamo collezionato migliaia di bestie e decine di storie.
Da qui partiamo per giocare a immaginarne ancora molte altre con tutti i Piccoli che saranno coinvolti tramite le scuole dei territori in questa nuova edizione. A scuola perché è il luogo dove democraticamente il progetto può raggiungere e coinvolgere tutti i bambini, nessuno escluso.
Presenze stabili e supporto concreto in questo percorso sono le Amministrazioni locali del Friuli Collinare e la Regione FVG, area geografica dove Damatrà onlus ha sede operativa, insieme a festival e istituzioni culturali nazionali ed estere, tra cui MAN – Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli (UD), Galleria Regionale d’Arte Contemporanea di Gradisca d’Isonzo (GO), Maison du Geste et de l’Image di Parigi, Accademia di Belle Arti di Roma e Biblioteche Civiche di Koper (Slovenia) e Pola (Croazia). Nelle ultime edizioni è stata inoltre aperta la collaborazione con giovani artisti del settore creativo, come il collettivo Invasioni Creative di Torino, coinvolgendo nella progettazione e nella realizzazione degli eventi stessi autori, registi, fotografi, sound designer, video-maker e grafici con esperienza maturata nel campo delle arti relazionali e multimediali.
“Bestiario Immaginato” è l’occasione «per riflettere insieme – come afferma l’antropologo Gian Paolo Gri che ha accompagnato i nostri pensieri progettuali – sui processi attraverso cui una comunità forma sé stessa e poi riesce a tener vivo il senso di appartenenza. In primo piano c’è il fare condiviso.
Fare insieme, come un tempo, trovare occasioni per incrociare le vite dei figli e degli altri, ma c’è bisogno anche di condividere un fare meno tradizionale, più libero e creativo. Che cosa c’è di meglio, nella vita spirituale delle società, della potenza immaginativa dei bambini? Nella loro fantasia covano e si generano le domande più importanti, quelle che gli adulti non hanno più il coraggio di porsi. Collaborando con i più Piccoli a tradurre quella immaginazione in forme, la comunità regala futuro a sé stessa».
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